Quando i bambini s’innamorano

di R. Tiziana Bruno ©
Patricia Lopez Latour...

Ebbene sì, l’amore romantico non è prerogativa solo degli adulti, anche i bambini sanno innamorarsi.
L’amore dei piccoli è spesso platonico, quasi onirico. Per proteggere i suoi  sentimenti delicati, il bambino ricorre al segreto e la vergogna diventa la sua reazione più probabile, se scoperto.
I bambini cominciano ad innamorarsi prestissimo e non è solo un moto del cuore, ma una forma di socializzazione, di esplorazione del mondo.
Per questi motivi l’educazione sentimentale dovrebbe essere al centro dell’attenzione nella scuola dell’Infanzia e Primaria.
I piccoli non hanno ancora una percezione chiara delle proprie emozioni, spesso le “usano” impropriamente, ancora più spesso se ne vergognano. Il piccolo non sa se quell’emozione o quel sentimento preciso è condiviso anche da altri, non sa se è approvato dagli adulti o se potrebbe essere oggetto di derisione e di rimprovero.
Troppo spesso accade che sia la televisione, con i suoi telefilm e le sue trasmissioni commerciali, ad “educare” in tal senso i bambini.
Si discute di quali siano le tecniche e le metodologie migliori per l’apprendimento della Matematica o della Storia, ma poco ci si interroga sull’importanza dell’educazione emotivo-relazionale.
Forse nell’immaginario collettivo c’è l’idea che i sentimenti siano qualcosa di spontaneo e che non occorra educarli, quasi come se educare il “sentire” fosse una forma di imposizione autoritaria o di indottrinamento. Niente di tutto questo.
Le emozioni sono una parte fondamentale del sé del bambino, che è un essere umano in crescita, dunque nuovo a tutto. Nuovo anche alle emozioni.
La rabbia, la paura, l’amore… sono grandi misteri spesso anche per noi adulti, figuriamoci per un bambino che è alle prese per la prima volta con tutto ciò.
Proprio in questo sta la favolosa bellezza dell’educazione emotivo-relazionale: offre la possibilità di confrontarsi con i piccoli su tematiche care a noi tutti. E da questo confronto anche gli adulti stessi possono trarne beneficio. Un supplemento di riflessione, un fermarsi a valutare nuove possibilità, ad esplorare sé stessi.

Alcuni insegnanti propongono degli itinerari educativi specifici in tal senso, e trovo che siano ammirabili. Certo, la scuola oggi non lascia ampio spazio all’educazione sentimentale, occorre ritagliarlo tra una lezione di geografia e una di scienze, non è facile. Ma è essenziale. Quasi un obbligo morale, più che didattico.
Perché per spiegare ad altri un’equazione matematica occorre conoscere bene il procedimento, la logica e le finalità che ci sono dietro. Per spiegare l’amore occorre sentirlo dentro di sé, sempre.

Illustrazione: P. L. Latour
Testo: R. Tiziana Bruno
All rights reserved. Riproduzione vietata

2 commenti

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