di R. Tiziana Bruno
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Quante cose vorrei dire, quante parole vorrei incrociare per parlare di… parole. C’è chi dice che non contano nulla, perché solo i fatti sono importanti, c’è chi dice che ingannano e c’è chi pensa che siano solo aria.
Eppure, la parola nasce dal pensiero e produce a sua volta pensiero. Cosa saremmo noi senza pensiero? Ma c’è ancora tanto altro…
Lascio a Eduardo De Filippo, con una delle sue poesie più belle, il compito di parlare di… parole. Ascoltiamola dalla voce di un grande interprete e per chi non conoscesse il napoletano, ho osato tradurre la poesia in italiano, trovate la traduzione in fondo alla pagina, dopo il video.
Quanto è bello il colore delle parole
e che festa diventa un foglietto, un pezzo di carta!
Non importa se è strappato e poi incollato
o se è tutto ingiallito dalla vecchiaia
Che fa? Che te ne importa?
Diventa una festa
se le parole che porta scritte
sono state scelte secondo il colore delle parole.
Tu leggi e vedi il blu
vedi il celeste, vedi il rossiccio
vedi il rosso intenso.
Ti viene sotto gli occhi l’amaranto
se colui che le ha scelte conosceva
la faccia, la voce e gli occhi di un tramonto.
Chi sceglie, se non sceglie bene,
mischia i colori delle parole
e che succede?
Una mischia confusa
di migliaia di parole, tutte uguali
e dello stesso colore: grigio scuro.
Non senti il mare, e il mare parla, dice!
Non parla il cileo, e il cielo è parlatore!
La fontana non butta acqua
e il vento muore.
Se sbatte un balcone, non lo senti.
Il freddo si confonde con il calore,
e la gente parla come fosse muta.
E questo è il punto: nemmeno un pittore
può scegliere il colore delle parole.
bellissima e straordinariamente vera
Oh, sì! Eduardo, poi, è stato un genio.
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