di R. Tiziana Bruno
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Se ne è parlato tanto, noi scrittori per l’infanzia ci siamo sempre battuti per un incremento dei momenti di lettura e di gioco in alternativa alla “paralisi dell’attività cerebrale” causata dalla televisione. Che altro dire ancora?
Forse agli scrittori, soprattutto in Italia, si dà poco ascolto, anche perché gli Italiani leggono davvero poco.
Dunque proviamo a dare ascolto agli studiosi, che in questo campo si sono presi la briga di fare lunghe e approfondite ricerche.
Di recente, il ricercatore francese Michel Desmurget presso l’INSERM (Istituto Nazionale della Sanità e Ricerca Medica) ha pubblicato i risultati di un suo studio sugli effetti della televisione sul cervello e sulla personalità dei bambini. La sua ricerca è una sintesi di tutto ciò che la scienza conosce sui legami tra uso della televisione e sviluppo cognitivo.
Lo studioso ha dimostrato tre cose importanti e gravi:
1) Lo sviluppo intellettuale dei bambini è fortemente influenzato dall’esposizione alla televisione (anche prima dei 3 anni). E’ stato dimostrato che, il solo fatto di avere la televisione accesa in una stanza, anche senza guardarla, influenza lo sviluppo intellettuale. Le conseguenze non sono legate alla qualità o al contenuto dei programmi, ma al fatto che la televisione non è interattiva. Ovvero, guardare la televisione (o anche solo ascoltarne il brusìo di sottofondo) è un’attività passiva ed è per questo che ha effetti negativi sul comportamento infantile e, viceversa, la “disintossicazione” dalla televisione può avere effetti positivi veloci (soprattutto sul successo scolastico, sull’autocontrollo, sulla calma, la gioia e l’allegrezza ecc.).
Interessante è l’indagine condotta in Germania, dove gli studiosi hanno chiesto a 2000 alunni di età compresa tra 5-6 anni, di disegnare una persona: nella riga superiore sono stati posizionati i disegni dei bambini esposti alla televisione meno di 60 minuti al giorno, nella riga inferiore i disegni dei bambini esposti a più di 180 minuti di televisione al giorno.
Basta guardare l’immagine per rendersi conto immediatamente del danno che subiscono i piccoli:
2) Guardare televisione induce comportamenti a rischio per la salute come l’alimentazione sregolata (e l’aggressività verso sé stessi e i pari). Il semplice atto di vedere film e cartoni animati in cui appaiono persone che mangiano in maniera sregolata, oppure vedere pubblicità con soggetti che mangiano molti dolciumi, aumenta la probabilità di diventare anoressici o obesi. Stessa cosa per la violenza.
3) I bambini che guardano la televisione (e che soprattutto la guardano spesso) covano ansia e rabbia, spesso inespresse, ma che poi nell’adolescenza vengono fuori in maniera devastante. L’analisi di Desmurget conferma, in sostanza, i risultati di una consistente mole di ricerche che dimostrano come il consumo di televisione incide sull’ansia e sulla rabbia.
In sintesi, la ricerca di Desmurget conferma che è fondamentale regolare il consumo di televisione da parte dei bambini, evitando di tenerla accesa per più di un’ora al giorno (che è già troppo). Altrettanto importante è che gli adulti diminuiscano il proprio consumo di televisione, per essere da esempio ai propri figli (l’apprendimento per osservazione o modeling è tra i più potenti canali di apprendimento).
La lettura di un buon libro e il gioco sono per il bambino (e per l’adulto) una valida alternativa alla televisione. Soprattutto, sono un’alternativa che consente l’ottimo sviluppo cognitivo (quindi intellettivo) e affettivo del bambino.
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meno male……sono anni che lo penso……speriamo che i genitori italiani se ne accorgano presto!!!!!!!
Mio figlio ha un disturbo dell’apprendimento … e la televisione, i video e i film gli hanno salvato la vita … La maggior parte di quello che sà non l’ha imparato dai libri, come ben si può immaginare, ma da internet, la televisione, il cinema …
Lui ha 10 anni e guarda di tutto, dalla politica, ai documentari di ogni genere, i video, i film e i cartoni animati naturalmente!
E’ curioso e attivo … e conosce molte più cose di molti suoi coetanei.
Quindi … ogni cosa va bene se serve a raggiungere lo scopo, basta saper guidare e indirizzare correttamente i nostri ragazzi.
Internet, cinema e televisione non sono la stessa cosa, e nemmeno hanno troppi elementi in comune.
La navigazione in rete è, necessariamente, interattiva. Chiunque si collega a internet ha la possibilità di interagire con altri e di scambiare idee e pensieri. In questo momento, per esempio, noi stiamo scambiando opinioni grazie a internet.
Il cinema, quando è buon cinema, è arte. Come ogni forma d’arte, arricchisce la mente, provoca idee e riflessioni. In più, al cinema si resta solo per un’ora circa, dunque il cervello non viene bombardato a lungo con immagini passivizzanti. Esiste anche il pessimo cinema, certo, ma possiamo evitarlo facilmente, volendo.
La televisione, invece, non è interattiva. Chi la guarda riceve senza poter contraccambiare. Non consente nessuno scambio. Difficilmente riusciamo ad “evitarla” perché è lì in casa con noi, spesso accesa anche solo per “compagnia”, molte ore al giorno.
Dinanzi alla televisione, l’unica cosa che può fare lo spettatore è rimanere lì, a guardare, guardare, guardare… (indipendentemente dai contenuti). Anche il migliore dei programmi, resta sempre unidirezionale, ovvero non consente a chi guarda di interagire. Questo aspetto “passivizzante” della televisione si ripercuote sullo sviluppo dell’intelligenza, sul carattere, sull’emotività. Almeno, questo è ciò gli studi scientifici hanno dimostrato fino ad ora. Ma, forse, anche il buon senso ci porta alla medesima conclusione.
Un bambino può imparare delle cose guardando la televisione, tuttavia ciò che è essenziale è imparare ad essere autonomi con la mente, sviluppare un pensiero divergente, ovvero non uniformato ed omologato. Per coltivare il pensiero divergente esistono tanti mezzi, non da ultimo internet!
La televisione, a piccolissime dosi, può essere in parte utile ma sempre se guardata in compagnia di adulti o coetanei, commentando insieme ciò che viene trasmesso dallo schermo affinché scaturiscano riflessioni personali e si sviluppi una forma di interazione tra esseri umani (interazione che la televisione da sola non consente).
La televisione non era interattiva fino a quando c’erano 2 canali, ora ce ne sono migliaia e ognuno di noi può scegliere cosa guardare e cosa no. E come ho detto bisogna certamente guidare e indirizzare i nostri ragazzi , certamente discutere … ma questo vale anche per internet. Infatti internet è forse più interattivo ma anche qui, se lasciati allo sbaraglio, possono incorrere in pericoli anche peggiori.
Resto convinta che ogni cosa è utile al fine della conoscenza se ben indirizzata … e allo stesso modo ogni cosa può essere dannosa se mal usata!
Affettuosamente un caro saluto.
Antonella
La possibilità di scegliere fra tanti canali non rende la televisione un mezzo interattivo. Si interagisce quando esistono degli interlocutori, ovvero un confronto tra più soggetti che si esprimono e comunicano reciprocamente il proprio pensiero, ricevendo un riscontro. Tutto questo si chiama, molto pù semplicemente, “relazione”.
Guardando la televisione accade invece che lo spettatore riceve una comunicazione, ma non può a sua volta esprimersi con chi gli ha inviato quella comunicazione.
La televisione “parla” ed esprime un pensiero, ma il bambino non può replicare nulla. Può soltanto ricevere, subire passivamente. Per questo motivo il suo cervello (come hanno appurato gli studiosi) finisce con il “paralizzarsi” lentamente, perché non può agire, non può esprimersi e dunque perde questa capacità. E’ come se ci costringessero ad andare in giro sempre su una sedia a rotelle, perderemmo con il tempo l’uso delle gambe. Per questo è consigliabile che i piccoli guardino la televisione in compagnia, così almeno hanno modo di comunicare i propri pensieri ad altri e interagire, confrontarsi, tenere sveglio il cervello.
Ovviamente la televisione non è da demonizzare, basta usarla con parsimonia. Massimo un’ora al giorno (ed è già tanto, forse anche troppo). Altrimenti avremo solo bambini capaci di fare disegni come quelli nella seconda riga dell’immagine… e sarebbe davvero triste.
Benvenuta, Antonella!
Sarà … per il mio di figlio non è stato e non è così!
Forse perchè il mio interagisce con tutto, e se non c’è nessuno si inventa qualcuno di immaginario con cui interagire …
Forse perchè noi parliamo sempre … non so!
Ma, proprio per questo ritengo che le conseguenze dipendano dal sistema con cui si usano le cose e non dalle cose stesse!
Grazie della chiaccherata e del benvenuto!
Antonella
Concordo con Chiara, speriamo che i genitori se ne accorgano. In fondo basterebbe documentarsi.
Soprattutto nella fascia da 0 a 6 anni l’esposizione alla TV è particolarmente pericolosa perché limita lo sviluppo dell’intelletto del bambino.
In questa fascia di età il bambino forma la sua intelligenza attraverso il meccanismo del gioco: lanciando sollecitazioni all’ambiente ed elaborando le risposte ricevute.
Ed è dal piacere tratto dalle risposte ricevute che il bambino trae la spinta la gioco.
La TV si sostituisce al gioco e rompe questo meccanismo. Ma a differenza di quanto avviene nel gioco, l’evoluzione dei programmi non dipende dal pensiero del bambino e così le sue capacità razionali non si sviluppano o si sviluppano in modo notevolmente più limitato.
C’è di piu’.
I successi o gli insuccessi dei personaggi televisivi non dipendono dalle abilità del bambino. Il bambino tenderà ad indentificarsi con i suoi personaggi preferiti ma sarà un adulto insicuro perché privo di esperienze proprie.
Infine vi è un altro aspetto poco sottolineato ma che è importante.
Mentre il gioco permette al bambino di realizzare la congruenza tra i suoi gusti e le sue attitudini, la TV sviluppa e abberra i gusti del bambino senza dargli alcuna attitudine. Si deve sottolineare che la congruenza tra i propri gusti (cioè ciò che piace fare) e le proprie attitudini (cioè ciò che si sa fare) è ritenuta essere da moltissimi psicologi la base della felicità dell’individuo adulto.
Quanti genitori vedono i loro figli adolescenti impegnati a raggiungere un’immagine di successo irraggiungibile (diete estenuanti praticate da ragazze che per quanto magre non saranno mai modelle; trascuratezza negli studi per seguire il sogno di una carriere da calciatore o da divo dello spettacolo che non si realizzarà mai)
Trovo questo sito molto bel fatto.
Molti di questi aspetti sono trattati anche su altri siti su cui vale la pena informarsi. Per esempio http://www.bambinitelevisivi.esy.es o http://www.anticorpi.info; ma anche il libro di Antonella Randazzo (bambini psicoprogrammati) disponibile in anteprima gratuita su books
È la prima volta che sento menzionare la televisione come mezzo per sconfiggere il disturbo dell’attenzione. Da molte illustri ricerche in America ( per esempio quella dell’associazione pediatri) o in Giappone, risulta chiaramente che molti bambini soffrono di disturbo dell’attenzione proprio a causa di troppe ore, passate davanti alla Tv, magari in tenera età. Gli studiosi concordano infatti nel dire che prima dei due anni, guardare la televisione potrebbe addirittura bloccare lo sviluppo di alcune connessioni neuronali. Si afferma che la possibilità di soffrire di disturbi dell’attenzione aumenta nei bambini che guardano moltissima Tv. Come è già stato detto, di fronte alla tv siamo tutti passivi e il nostro cervello non si allena. Quindi, non lasciamo i bambini, per troppo tempo davanti alla Tv. Meglio un gioco o un bel libro che metta in moto il cervello attraverso l’immaginazione e la comprensione del testo.