I bambini ci guardano

7027053zoomed

Si ragiona tanto sull’educazione, sul perché e sul come. Eppure l’educazione è soprattutto un atto “inconsapevole”, che supera ogni ragionamento. I piccoli imparano in ogni momento della loro vita trascorso con gli adulti, spontaneamente. Sono molto più docili di quanto possiamo immaginare e acconsentono a essere educati con facilità, a patto che tutto avvenga con naturalezza. In altre parole, l’educazione è un atto di creazione permanente.
Atto di creazione: gli esseri umani vivono di creatività, si nutrono di diversità, di curiosità e di gioia. Per questo educare non significa imporre regole, ma far fiorire dei comportamenti.
Permanente: perché si è genitori per tutta la durata della loro vita. E non è una disdetta, ma un atto d’amore.
Purtroppo spesso capita che ci dimentichiamo di tutto questo, forse per via della pesantezza del vivere quotidiano, e allora ci aggrappiamo alle regole. Ma le regole sono faticose, spesso le mamme sono in tensione e i papà non si sentono liberi. Imporre e vietare è stancante! E allora può succedere che per non stancarsi si lascia andare tutto, si finge di non vedere e non sentire.
Che fare, dunque, per alleggerirsi un po’ la vita?

In realtà si può fare molto di più facendo meno.
Anche perché i bambini ci guardano, sempre, anche quando non ce ne accorgiamo. E, proprio mentre ci guardano, noi possiamo educarli. È quello il momento privilegiato, l’occasione opportuna per insegnare tutto
quello che di essenziale c’è da sapere.

Una madre educa il suo bambino quando ringrazia la commessa per un consiglio ricevuto in negozio, quando rispetta la fila, quando inorridisce davanti a un’ingiustizia. Un padre insegna il giusto comportamento al figlio quando getta la carta nel cestino anziché in terra, quando guida l’automobile rispettando i pedoni, quando sorride al ragazzo che gli lava il vetro del cruscotto, quando è gentile e amorevole con la propria moglie. Per essere buoni educatori, occorre innanzitutto essere.
Noi educhiamo in base a ciò che siamo.
E le emozioni costituiscono un aspetto rilevante in ambito educativo.

Cosa proviamo davvero? Cosa desideriamo davvero per i bambini che siamo chiamati a educare?

Come manifestiamo quello che proviamo?
Le carezze, i sorrisi, gli abbracci sono unità didattiche molto efficaci, strumenti di educazione senza sforzo. La risposta sgarbata, il tono di voce aspro, l’ansia sono unità didattiche negative. Efficaci quanto quelle positive, ma che conducono nella direzione sbagliata, ovvero verso l’infelicità.
A noi la scelta, dunque.

Di tutto questo, e tanto altro, ho scritto nel libro: “Insegnare con la letteratura fiabesca”. Perché la letteratura è una grande alleata di genitori e insegnanti, uno strumento antico e moderno insieme, che può facilitare il compito di chiunque sia chiamato a educare.
—————————————————>Insegnare con fiaba cover blu copia

All rights reserved, riproduzione vietata

2 commenti

  1. Condivido il contenuto. Mi permetto di aggiungere che il sessismo e la violenza di genere sono anche il risultato di rapporti violenti all’interno della coppia genitoriale. Un marito, padre , compagno educa al rispetto di genere quando “risponde bene” alla sua partner, quando ne rispetta le scelte e soprattutto non la considera una proprietà come una cosa di cui alla fine si può fare ciò che si vuole …Credo che questo aspetto non sia sottinteso nell’articolo o almeno non è percepibile come tale, e che al contrario vada precisato. La declinazione al maschile e al femminile si rende necessaria proprio per evitare le “omissioni” che da sempre caratterizzano la storia delle donne, per fornire una reale rappresentazione della coppia educatrice e per scardinare gli stereotipi violenti che spesso la caratterizzano

    • Mi trova pienamente d’accordo. Nella mia mente è talmente scontato che la gentilezza debba essere reciproca che in un (breve) elenco di comportamenti non mi ha nemmeno sfiorato l’idea di ripetere la stessa frase riferita ad entrambi i coniugi. Oltretutto, nell’espressione “essere gentile e amorevole con la propria moglie” ho inteso includere anche il “rispondere in maniera garbata” perché non credo possa esistere gentilezza e amorevolezza senza garbo. Sono sinonimi, ecco.

Lascia un commento