
Se vogliamo migliorare la didattica a scuola, e in generale la qualità della nostra vita, dobbiamo imparare a gestire le emozioni, le nostre e quelle dei ragazzi. Tutte, quelle che creano squilibrio (paura, invidia, rabbia, gelosia) e anche che quelle piacevoli (gioia, speranza, volontà, gratitudine, fiducia).
È necessario trovare strumenti nuovi, nuove soluzioni didattiche. Se bambini e ragazzi imparano a canalizzare la loro energia emotiva, questo avrà un impatto positivo sulle loro relazioni e sul rendimento scolastico, ma anche sul benessere psicofisico del docente e del genitore).
Come lavorare con le emozioni?
La mia esperienza di sociologa dell’educazione mi ha permesso di elaborare semplici tecniche da usare in classe o anche a casa. Si tratta di procedure facili da eseguire, ma che richiedono comunque competenze e un’attenzione particolare. Le ho descritte in uno dei miei libri e qui vorrei illustrarle brevemente.
I passaggi fondamentali sono quattro:
. Permettiamo al ragazzo di provare l’emozione, qualunque essa sia.
. Identifichiamo insieme ciò che sentiamo e diamogli un nome.
. Traduciamo le informazioni che il nostro sentire ci offre.
. Apprezziamo l’emozione provata e lasciamola andare via, agendo di conseguenza.
L’importante è costruire “La nostra casa emotiva” attraverso un laboratorio di riflessione, divertente e piacevole, con l’obiettivo di diventare consapevoli delle emozioni che proviamo. Ovviamente ogni alunno avrà la sua personale casa emotiva, ci saranno alcuni con un buon livello di salute emotiva e altri che si sentiranno squilibrati e infelici.Tutto nella norma, insomma.
Costruendo la nostra casa emotiva scopriamo che ci possono essere emozioni di vario tipo. Ad esempio la rabbia, che se rimane rinchiusa accumula forza e può diventare ira, risentimento o rancore. Questo tipo di emozioni hanno bisogno di essere ventilate e portate fuori da casa nostra. Anche l‘invidia e la gelosia, che sono dolorose da provare, scopriamo che possono diventare tossine in grado di danneggiare noi e distruggere le nostre relazioni. Le emozioni spiacevoli come la tristezza e la paura non devono essere proibite, non dobbiamo aver paura di entrare nella nostra casa emotiva perché è proprio lì dentro che troviamo informazioni importanti per dare il giusto indirizzo alla nostra vita. Dobbiamo incoraggiare i ragazzi a entrare nella loro casa emotiva, stando accanto a loro, ascoltandoli e aiutandoli a non restare rinchiusi in quella casa in maniera permanente. Con il giusto percorso emotivo, i bambini devono arrivare a scoprire che non è conveniente nascondere le emozioni, molto meglio affrontarle. Inoltre, bisogna imparare a condividere apertamente le emozioni belle (gioia, sopresa, piacere, approvazione) perché dalla condivisione di emozioni nascono poi i sentimenti come l’amore, la tenerezza, la gratitudine. Quando non esprimiamo le emozioni positive perdiamo l’occasione di dare vitamine alle nostre relazioni.
Come gestire la gelosia, la paura e l’ansia?
Una volta conosciuta la nostra casa emozionale, possiamo posizionare un semaforo all’angolo della strada che porta da noi. La dinamica del semaforo permette di gestire giocosamente una serie di emozioni e stati d’animo spiacevoli, avvertendoci della necessità di fare qualche miglioramento in qualche modo.
Il colore verde indica che tutto sta andando bene; il colore giallo significa che ti avverte che devi intervenire per evitare gravi danni; e il colore rosso significa che è urgente che tu faccia qualcosa al riguardo.
Tutte le emozioni che sono giunte al semaforo rosso verranno riciclate, proprio come i contenitori per il riciclaggio della spazzatura. Il riciclaggio trasforma positivamente le emozioni dolorose.
Le più frequenti riciclate dai ragazzi nei miei laboratori, sono:
Gelosia. Possiamo riciclarla arrivando a capire che nessuno è di nostra proprietà, imparando a rispettare i propri spazi e quelle degli altri e dedicare del tempo a migliorare noi stessi perché questo ci darà più fiducia. Così trasformiamo la gelosia in auto-miglioramento. Questo passaggio è molto importante per prevenire la violenza di genere.
Paura. Si deve lavorare sulla fiducia in noi stessi, la volontà, il trasferimento del controllo, accettare la transitorietà della vita, accettare che è normale avere paura, imparare a lavorare sui nostri limiti e sulle nostre potenzialità.
Ansia. Richiede di sostituire la preoccupazione con l'”essere occupati”, differenziando ciò che si può controllare da ciò che sfugge al nostro controllo, imparando a gestire l’incertezza e concentrandosi sul presente.
I nostri pensieri sono responsabili delle nostre emozioni, e dunque possiamo applicare anche un’altra metafora nel laboratorio con bambni e ragazzi: la linea pensiero-emozione-azione.
Più la nostra linea sarà in equilibrio e migliore risulterà il nostro benessere, più siamo d’accordo con ciò che sentiamo e facciamo, più siamo in equilibrio. Il benessere è il risultato della coerenza con noi stessi e ci dà la sicurezza di affrontare i problemi e le sfide della vita. Con i bambini più grandicelli possiamo anche riflettere sulla dinamica I pensieri muovono le emozioni. In questo caso, si analizza il comportamento che può assumere un pensiero o un’emozione se non si fa nulla per gestirla nel modo giusto.
Ma attenzione! Per lavorare sulle emozioni con bambini e ragazzi non è possibile fare grandi discorsi o utilizzare sermoni e spiegazioni razionali. Queste modalità risultano assolutamente infruttuose perché la maggior parte delle spiegazioni scivolano addosso se non sono accompagnate sul piano emozionale. Vale a dire che le emozioni si spiegano con le emozioni. Soltanto percependo in maniera consapevole un’emozione, possiamo arrivare a comprenderla davvero. Come fare?
Esiste uno strumento prezioso per fare tutto questo: la fiaba. Ma l’uso della fiaba nella didattica non può essere lasciato all’improvvisazione, richiede competenze specifiche. Un libro, dedicato agli insegnanti e ai genitori, spiega il corretto uso della fiaba per lavorare con le emozioni a tutte le età e migliorare l’apprendimento in tutte le discipline:
Insegnare con la letteratura fiabesca.
Per trovarlo, clicca sulla copertina ——————————————–>
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ladridifavole@gmail.com