Fino a non molti anni fa, i bambini giocavano d’abitudine con gli oggetti presenti in casa. Non era una questione di povertà. Negli anni settanta, per esempio, circolavano giochi come il “dolce forno” e il “piccolo chimico”, tuttavia i bambini venivamo ugualmente incoraggiati a ricavare divertimento dagli oggetti di uso quotidiano.
Ma ciò che incuriosiva maggiormente erano i giochi dei grandi, come quello delle carte. Troppo piccoli per saper contare o per stringere tra le mani il ventaglio di assi e regine, si restava a guardare a bocca spalancata lo zio che raccoglieva il sette d’oro, sorridendo soddisfatto per quel prezioso bottino.
Ma a volte i piccoli venivano invitati a provare e allora il divertimento si triplicava.
Che sfida giocare con i grandi!
Anni dopo, gli studiosi hanno spiegato che le regole del gioco delle carte, le tradizionali italiane e quelle francesi, sono una autentica palestra per la crescita intellettiva e cognitiva. Pensiamo solo alla quantità di calcoli a mente necessari per gestire una semplice partita, e a come si fanno volentieri. E le decorazioni? Preziose porte di accesso ad un mondo interamente creato dall’immaginazione.
La quarantena potrebbe essere l’occasione per riscoprire questo tipo di gioco, collegandolo alla lettura di un libro speciale: Il castello dei destini incrociati di Calvino.
Da leggere insieme grandi e piccoli.
Rosa Tiziana Bruno