Cosa succede al cervello quando ascoltiamo una storia?

Schermata 2020-06-24 alle 21.07.43.pngdi R. Tiziana Bruno

Cosa succede al nostro cervello quando qualcuno ci legge o ci racconta una storia? Esistono differenze tra ascolto e lettura?
Gli studi recenti dimostrano che le parole attivano le stesse aree del cervello, siano lette oppure ascoltate. La rappresentazione dei significati è quindi indipendente dalla modalità con cui viene recepita la parola. Quanto all’ascolto, è risaputo che i bimbi che nei primi mesi ascoltano i propri genitori che leggono storie, sanno poi identificare più parole e acquisiscono più velocemente la capacità di lettura e scrittura. Ascoltare storie nei primi anni di vita mette in una condizione di vantaggio per i 6-7 anni successivi. Oltretutto, afferma lo studioso J. Gottschall, il cervello umano è programmato per lo storytelling, ovvero per ragionare in termini di storie, quindi per raccontare e ascoltare.

Ma se le aree del cervello coinvolte nell’ascolto e nella lettura sono le stesse, nell’ascolto c’è comunque una differenza: durante i momenti in cui una persona racconta una storia, il cervello dell’ascoltatore entra in sintonia con quello del narratore. Ciò significa che l’ascolto di una storia narrata o letta ad alta voce, non favorisce soltanto l’acquisizione del linguaggio e della capacità di attenzione, ma costituisce un momento di condivisione profonda, di intimità, di confronto e di piacere, tanto per il bambino quanto per il genitore. La relazione è, in questo caso, il valore aggiunto della lettura. E narrare o leggere ad alta voce è un’attività che fa un gran bene a tutte le età, anche fra adulti.

La parola nuda, pronunciata, scandita con espressione e partecipazione emotiva, aiuta in sé a fantasticare liberamente, senza imposizioni, e moltiplica i significati e le associazioni. Quello che conta è che la parola arrivi con dolcezza all’orecchio, come un suono piacevole, capace di evocare connessioni e immagini. Il passo verso la lettura, individuale e solitaria, non è quasi mai breve, ma sarà certamente meno faticoso per i piccoli che hanno alle spalle un esercizio all’ascolto.

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